Charlotte Marguerite di Montmorency

Arte & Storia: una miscela esplosiva.

Non ricordo come ma consultando Google Art Project, mi imbatto in un quadro che mi attira, per la persona ritratta e lo stile del pittore: Collezione Frick  Pittsburg – Ritratto di Charlotte Marguerite di Montmorency – di Peter Paul Rubens.

Charlotte

Montmorency?  Ma è una famosa casata con illustri personaggi. E subito rammento un nome: Anne de Montmorency (1493-1567) per un motivo molto particolare: Anne è un uomo, un uomo molto importante per la Francia.

Anne

Conestabile (Capo delle Armate) e Maresciallo (etimologicamente=maestro di cavalli) di Francia, nonno di Charlotte e fondatore della casata, figlioccio della regina Anna di Bretagna, dalla quale prese il nome.
Cresciuto nel castello di Amboise insieme al futuro re di Francia Francesco I.
Vi risparmio le note sulla sua carriera militare e mi soffermo, per ora, solo sulla prima importante battaglia a cui partecipò (a 19 anni): la battaglia di Ravenna, segnalata come la più grande battaglia delle Guerre d’Italia (Impero spagnolo e Stato della Chiesa contro Regno di Francia e Ducato di Ferrara).
Chiedo scusa per la mia ignoranza: peggio di Carneade, mai sentita.
Naturalmente cerco di approfondire e trovo delle informazioni molto interessanti.
Tra i nomi dei Comandanti spagnoli, Antonio de Leyva (bisnonno di suor Virginia, la manzoniana Monaca di Monza), tra i francesi Gastone de Foix (generale a 22 anni, morto in battaglia; monumento funebre al castello Sforzesco), Jacque de La Palice.
E qui dobbiamo fermarci.
Da lui deriva Il famoso aggettivo ‘lapalissiano’ una tautologia (=stesso discorso) indice di una cosa più che evidente. Scopriamo il perché.
Alla morte  i suoi uomini proposero questo epitaffio:
Ci-gît Monsieur de La Palice. Si il n’était pas mort, il ferait encore envie (Qui giace il signor de La Palice. Se non fosse morto, farebbe ancora invidia).
Tuttavia, con il tempo la effe di ferait fu letta esse (a quel tempo le due grafie erano simili, vedi S lunga), quindi divenne serait, e la parola envie trascritta en vie; con il risultato che il testo recitò ch’egli
“se non fosse morto, sarebbe ancora in vita” (“il serait encore en vie”)
da qui il significato di “scontatissimo” attribuito all’aggettivo.
Tornando alla battaglia, tra gli altri partecipanti

  • Ettore Fieramosca, Romanello da Forlì, Fanfulla da Lodi e Giovanni Capoccio – tra i 13 cavalieri che saranno nella disfida di Barletta
  • Raffaele de Pazzi, un del ramo (non partecipe) alla congiura contro i Medici
    Francisco de Carvajal (El demonio de los Andes) a 76 anni “conquistador” con Pizarro in Perù
  • Pierre de Bayard (il Baiardo detto ‘il cavaliere senza macchia e senza paura’)
  • Alfonso I d’Este, duca di Ferrara, Modena e Reggio, grande mecenate (accolse Bembo, Ariosto, Tiziano, Giovanni Bellini, Dosso Dossi), sposo di Lucrezia Borgia

Ritornando al Montmorency, è bene ricordare la battaglia di Pavia (14 febbraio 1525) dove venne catturato insieme al Re Francesco I (“tutto è perduto tranne l’onore”) e liberato dietro pagamento di un riscatto un anno dopo. (n.b. bellissimo il ritratto di Francesco I di Jean Clouet al Louvre).

Francesco I

Anne de Montmorency morì nella battaglia di Saint Denis (1567), a 74 anni, contro gli ugonotti. Una statua equestre è al castello di Chantilly mentre il monumento funebre è in mostra al Louvre.

Autore articolo: Giorgio Gallinari

1 thought on “Charlotte Marguerite di Montmorency”

  1. Giorgio, grazie per quest’interessante ripasso di storia! Che, personalmente, ho molto gradito.

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