Intelligenza artificiale e robot: amici o concorrenti?

(estratto da un articolo sul Notiziario online Maestri del Lavoro)

Alcuni studiosi sostengono che nei prossimi dieci anni, lo sviluppo dell’industria 4.0, cioè quella della produzione di beni nella quale entrano automazione, robotica e intelligenza artificiale, causerà la perdita di un milione e mezzo di posti di lavoro solamente in Europa, mentre a livello mondiale  saranno più di un miliardo. Sono statistiche partorite da Cassandre portatrici di teorie neoluddistiche? E dobbiamo invece tranquillizzarci con altre meno drammatiche previsioni, rimarcanti la possibilità che robot e intelligenza artificiale, l’innovazione tecnologica in generale farebbero raddoppiare il tasso di crescita delle economie sviluppate da qui al 2035? Secondo queste ultime previsioni si avrebbe una decrescita dei posti di lavoro, ma solo nella categoria dei mestieri usuranti a favore di quelli “creativi”.  Una “decrescita felice” per alcuni, in cui si spalancherà un’era in cui avremo più tempo per apprezzare prodotti cuturali. In quest’ultimo caso, dovremmo aspettarci più iscritti a corsi delle università delle tre età {59} Ho però una preoccupazione: non correremo il rischio che le macchine imparino dall’uomo a divenire spregiudicate al punto di dominarci con la loro super intelligenza artificiale? So di essere entrato nella fantascienza, comunque auguriamoci di non essere protagonisti in futuro di un “mondo potenziato” in cui enormi masse di senza lavoro chiedono un decoroso salario di sussistenza ai nostri dominatori di “latta rinforzata”. Potremmo sentir rispondere ai nostri rappresentanti sindacali: “Non hanno pane? Dategli dei microcip-vaucher!“. Non avremmo la soddisfazione nemmeno di sentirci offrire, in mancanza del pane, delle brioches…
Nel frattempo, non fasciamoci la testa e continuiamo a mangiare in famiglia delle colombe pasquali e …tanti auguri di Buona Pasqua a tutti gli amici dell’UNI TER

Autore articolo: Giorgio Fiorini

2 thoughts on “Intelligenza artificiale e robot: amici o concorrenti?”

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    Alessandro Bossi

    Ogni rivoluzione industriale (oggi siamo alla quarta!) ha avuto le sue vittime, ma credo che nessuno vorrebbe tornare indietro. Anch’io sono un amante della fantascienza, ahimé deluso da quanto l’Intelligenza Artigenza artificiale sembrava promettere, ma che non ha mai mantenuto.
    Paura delle macchine? Ma dai! Sanno solo fare quello che gli dici tu di fare …

  2. Giorgio Fiorini

    Alessandro, grazie per i commenti: dimostrano interesse per quello che uno scrive. Un post, soprattutto dal profilo socio-culturale, dovrebbe servire a sollecitarli. Così come la pubblicazione di una poesia catalizza sentimenti ed emozioni. Colgo comunque l’occasione del tuo post per esprimere tre concetti 1) Alcuni studiosi sostengono che nei prossimi dieci anni, lo sviluppo dell’industria 4.0, cioè quella della produzione di beni nella quale entrano automazione, robotica e intelligenza artificiale, causerà la perdita di un milione e mezzo di posti di lavoro solamente in Europa, mentre a livello mondiale saranno più di un miliardo. 2) La politica sembra non essere preparata di fronte a questa evoluzione. Un trend che potrebbe anche minare la democrazia. Paradossalmente, sono le compagnie digitali ad essere interessate a evitare possibili rivolte degli sconfitti dalla rivoluzione tecnologica. Bill Gates propone di tassare i robot… Un programma forse di difficile realizzazione, ma porta in sé un senso di forte preoccupazione: se è un profeta dell’”hi-tech” a fare una proposta così onerosa per il settore, la crisi deve essere davvero profonda. 3) Sull’osservazione che le macchine fanno solo quello che dice l’uomo, questa verità non mi tranquillizza affatto! Nobel aveva inventato la dinamite per fare fuochi di artificio, poi visto l’utilizzo che l’uomo ne aveva fatto, cercò di pararsi la coscienza istituendo un premio che ancora oggi è in voga…
    Non mi sento comunque né Lud contro i telai a vapore, né un amanuense benedettino contro la stampa di Gutemberg. Comunque voglio essere ottimista sul progresso che porterà lo sviluppo tecnologico. Soprattutto perché il “neo-turbo-capitalismo” si basa sul consumismo e l’industria 4.0 o 5.0 ecc., ha bisogno di consumatori che lavorino e producano reddito. Anche i robot hanno bisogno di clienti in carne ed ossa 🙂 Giorgio Fiorini

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