“Maestri di Innovazione” – fuori e dentro l’UNI TER

Secondo il concetto comune, in voga di questi tempi, innovatore sarebbe il tale che improvvisa una startup, che ha elaborato una nuova app, che riesce a vendere un algoritmo a una società impegnata nel commercio via internet. Insomma, gente creativa che sa rischiare e che fa soldi – indicatore primario – in un battito di ciglia. Tutti Bill Gates, Steve Jobs e Mark Zuckerberg. Il sogno americano svenduto come panacea alla “Grande crisi”! Anche il positivo concetto di “imprenditori di se stessi “ spesso è inflazionato da una retorica che sembra nascondere l’incapacità di dare a tutti i nostri giovani, anche per quelli non capaci di mostrarsi all’altezza dei più dotati e ambiziosi, la dignità di un lavoro.  La verità è che parlare ai giovani di essere imprenditori della propria occupabilità è facile. Il difficile è impegnarsi concretamente. Deve essere chiaro che se chiediamo ai giovani uno sforzo inusuale per il loro viaggio verso il futuro, dobbiamo anche essere in grado di supportarli. Questa sorta di servizio altruistico implica necessariamente la presenza di qualificate guide formative che evidenzino ai giovani l’importanza dell’impegno nello studio e nell’”apprendimento continuo”. Elementi indispensabili per affrontare le sfide del cambiamento e per un passaporto verso una vita migliore alla quale gran parte di noi, giovani o meno, aspira. Un’esistenza che consenta una casa, qualche svago, di curarsi e la possibilità di allevare figli. A parer mio, da considerare tra i più efficaci innovatori e guide, oltre a quelli presenti nel nucleo famigliare, ci sono quei docenti che spendono una vita nell’istruire e formare le nuove generazioni. Persone motivate a insegnare ai giovani non solo le competenze tecniche e umanistiche, ma anche quelle pertinenti il loro sviluppo come cittadini consapevoli e responsabili. Docenti meritevoli del titolo di “Maestri di innovazione”. Molti di costoro hanno continuato a svolgere la loro missione in varie associazioni anche al termine dell’attività lavorativa. Se questa loro passione troverà spazio, e in parte lo trova, in UNI TER attraverso la docenza di corsi, o l’organizzazione di convegni e spettacoli ad hoc adatti  anche ai giovani, daranno all’UNI TER un profilo sempre più aderente al suo acronimo.

Autore articolo: Giorgio Fiorini

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