Rap e Uni Ter – 2a puntata –

rap

una insospettabile preziosa empatia
– 2a puntata –

Cari amici,
dopo avervi fatto conoscere Sonita, la straordinaria Rapper Afgana che ha urlato  lo sfregio  alle mogli bambine,  eccomi ad introdurre  i testi dei Rapper aresini, cantanti e musicisti  la cui esibizione – lo scorso 15 –   avete accompagnato con il ritmo delle vostre mani in un coinvolgente momento comune.

I nostri Rapper hanno letteralmente invaso lo spazio UNI TER  esponendo la platea a contatto con un tipo di musica estraneo alle consuete abitudini musicali; si sono infiltrati con l’ esuberanza tipica dei giovani  nell’atmosfera “intima, serena, emozionante, quasi magica” creata dal coro di Maria Grazia.

Avete ascoltato ritmi e recitativi tipici di quel genere musicale “Rap” che nasce nei primi anni ‘70 – nel contesto della cultura Hip Hop – dalla tradizione afroamericana degli immigrati che abitano il South Bronx – New York:  in un contesto sociale dominato dalla povertà, dal degrado e dalla criminalità.

… Il Rap o meglio la cultura Hip-Hop, di cui fa parte, nasce come un nuovo spazio culturale per esprimersi, manifestando la propria personalità e sognando riscatto sociale, libertà, progresso …
(Grossberg, 1992).

Tutte motivazioni che possiamo ben trasporre a questi nostri giorni e ai nostri giovani: i temi delle canzoni e la loro narrazione – che avete chiesto di poter rileggere –  segnano il pensiero giovanile e il disagio che molti di essi vivono nella attuale società globalizzata.

Dyana, Alessandro, Emeka, Gabriel, Gabriele, Raul sono i giovani autori-interpreti: ragazzi tra i 15 e i 25 anni, studenti e lavoratori che con e nella musica esprimono le  loro più urgenti istanze sociali.

Nell’invitarli alla nostra festa, avevo chiesto a questi giovani artisti di preparare testi inediti che rappresentassero momenti di denuncia, di malessere personale senza dimenticare i sentimenti.

I primi due testi che qui rileggerete raccontano sentimenti di profondo disagio sociale.

Buona lettura e un grazie a tutti

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TI ASPETTO GIU’
AUTORE INTERPRETE RAUL con DYANA

1a STROFA
Quanta gente parla parla senza mai sapere
Cosa succede a un 16enne che cresce solo nel quartiere
Di famiglie che hanno  l’ansia sempre a fine mese
Lacrime sul viso mentre pagano tutte le spese
Genitori in viaggio sempre tutte le settimane
Un figlio solo senza un padre che poi diventa un criminale

RITORNELLO
Ti prometto che quando sarai Re ci sarò per te
Tu che vivi in me stai scalando il mondo e non ti fermi più
ma se mi chiami  torno e ti aspetto giù

2a STROFA
Da piccolo dicevano arriverà il meglio, ora sono grande ed ho paura del risveglio
Io figlio di un schiava verso la sua strada, mi sono fatto forza sono Re con una clava
Non ho mai dato retta ai libri o alla scuola,
in strada  si impara e non serve un diploma
Scrivono aiuto sui muri trai viali,
 la loro legge che spezza i legami tra il Beccaria e  servizi sociali
Pieni di rabbia un po’ sgrammaticati
Ora l’Italia fra ha la banda larga
Mentre i miei sono ancora a Niguarda , Gazah

 RITORNELLO
Ti prometto che quando sarai Re ci sarò per te
Tu che vivi in me stai scalando il mondo e non ti fermi più
ma se mi chiami  torno e ti aspetto giù

3a STROFA
Cadono pareti come foglie in mezzo al gelo
Svegliarsi persi assieme sotto lo stesso cielo tra i palazzi grigi l’eco sotto i  porticati
Viva la vida loca che una vita da viziati
Per chi ha stretto i denti senza dare peso al tempo
Per chi come me ha radici sul cemento , senza cibo in bocca andare soli contro il vento
Sguardo verso sud prima che arrivi l’inverno
Fuga di fratelli ricerca di speranza senza pensare ai legami a lunga distanza
Parabole trasformano balconi nella Nasa
Case popolari dividono il panorama

RITORNELLO
Ti prometto che quando sarai Re ci sarò per te
Tu che vivi in me stai scalando il mondo e non ti fermi più
ma se mi chiami  torno e ti aspetto giù

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STORIA
AUTORE  INTERPRETE GABRIELE

RITORNELLO
Vi racconterò una storia di un uomo e la sua vittoria
Vi racconterò una favola, un papà porta il pane in tavola
Parlate di diritti ma dove stanno i doveri, pensate solo a voi e ai vostri piaceri

 1a STROFA
Un uomo d’onore che aveva tutto soldi, amore, casa e famiglia
ha perso il lavoro ed era distrutto, il mondo in mano come una biglia
Ma dà tutto ai suoi figli anche se ha fame, cerca di portare a casa una briciola di pane
Ricchezza distribuita in modo errato, chi milionario chi disoccupato
Ma tutti parlano e nessuno cambia le cose e le banche continuano ad ipotecare case
La tua casa è stata venduta all’asta, incubi nascosti nella testa
devi ancora pagare le bollette, non riesci a reagire hai le manette
In ogni ombra di un uomo c’è il suo boia pronto a porre fine alla sua storia.

RITORNELLO
Vi racconterò una storia di un uomo e la sua vittoria
Vi racconterò una favola, un papà porta il pane in tavola
Parlate di diritti ma dove stanno i doveri, pensate solo a voi e ai vostri piaceri

2a STROFA
Dividere la torta è più efficiente che farla crescere come piace a sta gente
Così non si garantisce niente a nessuno,
è tutto un gioco perverso una presa per il culo
Viviamo in una società di merda dove io sto meglio se ti faccio la guerra
Vorrei sapere dov’è lo stato quando un uomo si uccide perché è disoccupato
Pensate pensate agli stranieri ma per noi italiani non ci sono più pensieri
Io e una penna Artù e la sua spada, sei abbandonato al ciglio di una strada
Vedi offuscato vedi tutto nero perché hai perso il lavoro prezioso come l’oro
Parlate di diritti ma dove stanno i doveri pensate solo a voi e ai vostri piaceri

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Autore articolo: Massimo Comi

2 thoughts on “Rap e Uni Ter – 2a puntata –”

  1. Piera Cannizzaro

    Grazie Massimo, per aver portato tra noi questa ventata di gioventù, che in un primo momento ci ha forse disorientato (almeno per quanto mi riguarda).
    Invece questi ragazzi, dietro la loro esuberanza che ha letteralmente travolto la platea dei “diversamente giovani”, hanno rivelato con le loro parole una grande sensibilità, ed insieme la capacità di trasmettere e far conoscere i loro problemi.

    Piera

  2. giorgio fiorini

    Utile conoscenza culturale di un mondo a noi vicino, ma spesso emarginato. Per molti di noi il “rap” rappresenta un elemento un po’ anomalo nel contesto della canzone “made in Italy”. Sempre creatività artistica è comunque, e i testi riportati non sono certo della qualità scadente (per usare un eufemismo) di quelli cantati da Bello Figo.
    Giorgio

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