Burbank e le susine

Susine Santa Rosa ( Foto della Università della California)
Susine Santa Rosa ( Foto della Università della California)

Quando avevo cinque o sei anni vivevo vicino alla casa di mio nonno. Nonno Tugnì aveva un piccolo orto dove coltivava insalata, cipolle, aglio e aveva anche quattro piante di susine bùlbar, sulle quali mi arrampicavo spesso, un po’ come  fanno tutti i bambini. Non sapevo a quei tempi che bùlbar, era la versione dialettale di Burbank. L’avrei scoperto studiando agricoltura, ma ancora di più passando da Santa Rosa in California.

      Luther Burbank (1849-1926) è stato uno dei più prolifici ibridatori di nuove  cultivar di piante tra cui le susine. Incrociando susine orientali ottenne la cultivar che prese il suo nome e che si diffuse rapidamente.  Oggi è quasi totalmente sparita, sostituita da altre cultivar più richieste dal mercato. Al supermercato, invece, ogni tanto si trovano le susine Santa Rosa. Questa cultivar creata da Burbank prende il nome dalla cittadina della California dove Burbank aveva la sua casa, le sue serre ed i suoi vivai. Questa susina, di origine giapponese, introdotta nel 1906 divenne subito la preferita dei frutticoltori della California e di altre zone frutticole del mondo e lo è stata fino al 1960, quando ha iniziato ad essere sostituita da altre susine più resistenti al trasporto. Io la compro ancora ogni volta che la trovo e la gusto lasciandola maturare completamente. La sua polpa è molto profumata e si adatta molto bene anche per essere cotta.

Burbank è anche famoso per la patata Russet Burbank, da cui negli USA è derivata la patata preferita da Mc Donald per le sue patatine fritte.

burbank

Una curiosità. Burbank posa per il fotografo vicino ad una pianta di cactus senza spine da lui ottenuto.

La figura e il lavoro di Burbank vengono illustrati nella lezione del corso “ capire l’Agricoltura” dedicata al sesso delle piante. Il corso inizierà il 5 marzo 2013 in una aula del Forum in viale Resegone alle ore 16.30.
Se siete interessati iscrivetevi presso la segreteria dell’UNI TER.

Autore articolo: Ruggero Cimatti

 

5 thoughts on “Burbank e le susine”

  1. FABIO CAMPADELLI

    QUESTI ARTICOLI SU ARGOMENTI SPECIFICI SONO UN TESORO, DATO AI LETTORI, CHE RIASSUMONO IL LAVORO (MAGARI LUNGO) DI ALCUNI A FAVORE DI TUTTI.

    1. Sono felice che qualcuno apprezzi il lavoro per diffondere le conoscenze scientifiche.
      È un incoraggiamento a continuare.
      GRAZIE

      1. Grazie Ruggero di tutte le notizie scientifiche e “curiose” che ci dai. Sicuramente la ricerca ed il lavoro di persone come Burbank (di cui non conoscevo l’esistenza) ci permettono di gustare nuovi sapori e di poter conservare più a lungo i prodotti della natura, ma a volte ho un po’ di nostalgia di ciò che assaporavamo da bambini e mi piacerebbe poter staccare dal ramo una bella albicocca che abbia sapore di albicocca.
        Alba

        1. Ruggero Cimatti

          Non c’è dubbio che la frutta maturata sull’albero è più gustosa di quella comprata in negozio che per necessità di trasporto deve essere raccolta prima della piena maturazione. Un’altra considerazione da fare è che le varietà primaticce sono più acquose e insipide di quelle in piena stagione. Io ne ho avuto una completa e diretta esperienza quando ho fatto la mia tesi di laurea sulle ciliegie di Vignola. Per necessità ho mangiato dalle primaticce fino alle ultime raccolte alla fine di luglio. Cambiavano molte cose, tra cui il sapore la consistenza e il colore. Quelle chiamate “DURONI DI VIGNOLA” erano le migliori, almeno dal mio punto di vista. Ora le trovo in negozio e ti assicuro che il sapore è lo stesso. Da ultimo non bisogna dimenticare che il gusto è una sensazione soggettiva, e quindi molto personale. Ci sono persone a cui piace la frutta molto dolce, altre invece la preferiscono un po acida.
          Dubito che Burbank fosse interessato alla resistenza al trasporto, più che al sapore, dato il periodo storico in cui lui lavorava e anche per la sua mentalità di cercare la qualità e l’originalità.
          Grazie dei tuoi commenti stimolanti.
          Spero che verrai al corso.
          Ruggero

  2. Ruggero, continua a darci informazioni: è molto piacevole e interessante quello che ci racconti, soprattutto per me, che quest’anno frequentando già tre corsi non posso frequentare il tuo. Spero che tu l’anno prossimo possa ripeterli, così farò anch’io parte del gruppo.
    Alba

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