COME STA IL PIANETA CHE CI OSPITA (3)

Nelle puntate precedenti ho evidenziato il problema della crescita dell’anidride carbonica nell’aria, con tutte le conseguenze negative che contribuiscono al surriscaldamento del pianeta. Oggi vi voglio parlare dell’importanza delle piante per il contenimento della CO2.
Gli alberi e le piante in generale sono organismi che traggono da soli il proprio nutrimento. La fotosintesi clorofilliana è proprio quel processo biochimico che permette ai vegetali di produrre composti organici nutrienti partendo da materia inorganica come l’aria, l’acqua e la luce del sole.
La fotosintesi sfrutta l’energia derivata dall’esposizione alla luce solare per convertire ossigeno, anidride carbonica, acqua e i sali minerali estratti dal terreno grazie alle radici, in sostanze nutritive. All’interno delle foglie si trova la clorofilla, un pigmento che conferisce il caratteristico colore verde e che assorbe la luce. Nella prima fase la linfa grezza, composta da sali minerali e acqua, passa dalle radici fino alle foglie che “catturano” la luce grazie alla clorofilla. Nella seconda parte del processo la clorofilla si attiva per combinare tale linfa grezza con l’anidride carbonica presente nell’aria e per produrre una sostanza chiamata glucosio, la quale è poi inviata in tutto il resto della pianta per nutrirla e farla crescere.
Durante la prima fase del processo si genera anche uno scarto, l’ossigeno, che viene espulso dalle foglie e immesso nell’aria.
E’ proprio questo fenomeno che permette alla piante di assorbire anidride carbonica e rilasciare ossigeno …. Per questo motivo le piante sono fondamentali per cercare di riequilibrare la presenza di CO2 nell’aria.

Come sempre vi riporto i dati rilevati sulla presenza nell’aria dell’anidride carbonica CO2 – aggiornati al 19 marzo 2023.

  1. Maunakea Observatory – https://gml.noaa.gov/ccgg/trends/monthly.html
  2. Monte Cimone (Appennino modenese) – https://www.meteoam.it/it/osservazione-co2

Autore articolo: Vittorio Livraghi

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