Tempo fa avevo letto che, secondo una statistica nazionale, ogni giorno guardiamo il telefonino per più di tre ore. Certamente il lavoro fa la sua parte dominante in questa analisi socio-comportamentale, ma non al punto da non ravvisare che una persona “media”, al di là degli impegni lavorativi, dedica molto tempo della giornata ad impegnare i propri occhi e polpastrelli al cellulare e al computer: complessivamente, se non proprio una giornata settimanale, poco ci manca.
Perché questo comportamento che attanaglia anche il sottoscritto? Perché poi in molti è nata l’esigenza di chiedere compulsivamente a un oggetto, a un blog, a un sito, come sta il mondo in questo preciso momento, come se vivessimo nell’ansia, di non essere preparati a un’eventuale Apocalisse? Oppure perché sentiamo l’impulso di comunicare attraverso uno dei tanti social network, la nostra esistenza, i nostri pensieri, le nostre azioni, anche le più banali e insignificanti? Forse è il sintomo della nostra atavica necessità di dare un senso alla nostra esistenza, che percepiamo (più o meno inconsciamente) divenire sempre più evanescente? Procedendo così, verrà forse un momento in cui ci chiederemo: siamo ancora vivi o…boh!
Autore articolo: Giorgio Fiorini
Chi sa come facevamo,
ma davvero vivevamo
quando ancor non esisteva
il computer e la tastiera?
E che dir dei cellulari
e i suoi derivati vari:
lo smartphone per fare tutto
ed il tablet (ti par brutto?) …
Tutto ciò è una conquista
che mai prima si era vista
e dobbiamo essere grati
a chi a questo ci ha portati.
Ma il pericolo incombente
è di non saper far niente
senza avere per le mani
questi aggeggi ormai nostrani.
Non poter più farne a meno,
esser proprio senza freno
sempre lì a curiosare
e ancor spesso lì a cliccare.
Così che io mi domando:
ma non stiamo esagerando,
non sarebbe consigliata
una bella regolata?!
Piera
Caro Giorgio, io sono un cattivo esempio perché al computer passo ben più tempo della media. Sarà deformazione professionale visto che nell’informatica ci ho lavorato una vita, passando dai Mainframe ai Personal alla tecnologia distribuita odierna con Tablet e Smartphones.
Secondo me è un processo inarrestabile che ci porterà prima o poi ad essere parte di un’unica rete dove seremo tutti sempre connessi, quasi in simbiosi.
Che sia un bene o un male non lo so. Piera la prende in rima, mentre io ogni tanto stacco e me ne vado a camminare in montagna.
L’altro giorno ero su un sentiero al confine con la Svizzera, immerso nella natura … e ho ricevuto ben 11 SMS di offerte tariffarie per chiamate estere.
Che ci vuoi fare, portiamo pazienza!
Cari Piera e Alessandro, grazie dei vostri commenti: se non ci fosse internet, forse, non vi avrei “raggiunto” con i miei pensieri e ricevuto le vostre opinioni 🙂 Internet allarga la piazza: una nuova Agorà. Non si può tornare indietro e a mio parere non si dovrebbe. Importante è però saper dominare la tecnologia in generale (utilizzandola banalmente) e senza farsi dominare da essa. Questo obiettivo lo si può fare conoscendola:è il motive percui mi sono iscritto ai corsi UNI TER di internet, dilettevoli e soprattutto utili. Buona Pasqua
I riferimento alla tecnologia ho scritto erroneamente tra parentesi (utilizzandola banalmente). Volevo dire “senza usarla banalmente”. Scusate l’imprecisione. Forse è stato uno sgambetto del “grande fratello web” che voleva difenderla 🙂