Il cigno nero

                 Il “cigno nero” che ogni tanto appare nella nostra vita.

La situazione che stiamo vivendo in questi giorni a causa del Corona virus, ha scoperchiato un grave difetto della nostra società: la fragilità psicologica ed economica. Ogni tanto “il cigno nero” dell’evento non previsto che minaccia la sicurezza delle nostre vite, fa mostra di sé. In passato “Il cigno nero”si era presentato sotto forma di attentati alle torri Gemelle, nubi radioattive, HIV.
Ora invece è apparso sotto forma di un virus. Un attacco non previsto che ha generato un’emergenza gestita un po’ confusamente, con i “social” che hanno diffuso una valanga di fake news, soprattutto alimentate da “negazionisti”, che invece di tranquillizzare hanno generato panico: forse oltre che le scuole si doveva chiudere anche i social!.
È sconcertante costatare la frenesia generale, l’esibizione “muscolare” dalla politica (comprese le risse in Parlamento), le adunate senza mascherina, i dibattiti polemici al calor bianco nei talkshow: forme comportamentali isteriche, tipiche dei deboli (di senno).
Tutto questo in una fase che invece richiederebbe fiducia reciproca e resilienza per contrastare le avversità psicologiche, sociali ed economiche prodotte dal “cigno nero”.
Solo nella capacità di avere la giusta dose di queste capacità ci possiamo aprire alla speranza di un cambiamento. Sono, infatti, le doti con cui possiamo immaginare e ri-progettare il futuro. Non escludono un atteggiamento critico e non vanno confuse con la passività o la servile accettazione dei soloni che sanno cosa è bene per il popolo.
La fiducia e la resilienza sono qualità forti e vanno accostate in sinergia alla solidarietà, cioè all’attenzione e alla cura non solo verso di sé ma verso gli altri.
“Supereremo la condizione di questi giorni. (…) Seguiamo le indicazioni: è  normale preoccuparsi, no ad ansie immotivate”.  Ha detto tempo fa il Presidente Sergio Mattarella in un video messaggio nel quale unità e fiducia sono le parole chiave.
Il dovere della fiducia, della solidarietà e la capacità di resilienza sono imperativi categorici: senza di loro, il “cigno nero” vivrà a lungo.

Autore articolo: Giorgio Fiorini

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