Lettera aperta ai giovani

Pubblichiamo con piacere una lettera aperta che la nostra docente Maria Grazia vuole indirizzare a tutti i giovani.

LETTERA APERTA AI GIOVANI

Arese settembre 2020

Care ragazze e cari ragazzi,

ho pensato di scrivervi una lettera, anche se non vi conosco di persona, in quanto il compimento del mio settantesimo anno di età mi ha indotto a riflettere maggiormente sulle mie esperienze passate, alla ricerca di valori e positività da trasmettere alle nuove generazioni. Vi chiedo pochi minuti di attenzione soltanto.
Sono una mamma, una nonna, una ex insegnante di scuola media, ma ho avuto a che fare anche con bambini delle elementari e studenti delle superiori per tanti anni come educatrice alla difesa dei diritti umani. Non bisogna poi dimenticare che sono anche una ex bambina, ex adolescente, ex giovane adulta (quanti ex…): questo per farvi capire che molte delle vostre esperienze, delle vostre emozioni,  sono state anche le mie, come quelle dei vostri genitori e dei vostri nonni che  vi seguono o vi hanno seguito nella vita.
Mi rendo conto che state vivendo un periodo storico molto difficile in tutti i suoi aspetti, a cui l’epidemia ha posto un suggello speciale, che limita le libertà, incute ansia e talvolta sembra togliere le speranze. Ed è proprio su questo che vorrei fare delle riflessioni con voi.
La mia generazione, quella degli anni 50 e 60, pur vivendo uno stile di vita più sobrio ed essenziale, ha avuto la fortuna di nascere e crescere in un periodo pieno di aspettative, pieno di energie, di voglia di fare e costruire. Ci sono stati anche anni complessi, di movimenti studenteschi ed operai come il 68, di cui avrete senz’altro sentito parlare: una delle novità fu l’introduzione, almeno in alcune scuole, della lettura dei giornali  (con testate differenti), cosa che contribuì senz’altro ad ampliare conoscenze ed interessi, attraverso  discussioni e confronti tra pareri diversi, aiutandoci a sviluppare quella capacità critica che solo un’adeguata informazione può fornire. Anche tra noi giovani, al di fuori della scuola, pur divertendoci in innocenti feste spesso organizzate a casa l’uno dell’altro, si parlava, in altre occasioni di incontro, di temi quali le diseguaglianze sociali, le cause e le conseguenze delle guerre,  le limitazioni delle libertà individuali e religiose nei paesi dove infierivano le dittature.
Io ho avuto la fortuna, a mia volta, di crescere in ambienti che mi hanno inculcato valori morali e spinto ad azioni di solidarietà e volontariato.
Agli anni 60 seguirono poi i cosiddetti  anni di piombo, anni di attentati e di violenze, che in parte minarono le nostre sicurezze, ma  noi giovani  continuavamo ad avere voglia di vivere, di scoprire, e soprattutto  credevamo nella possibilità di costruire un mondo migliore… Non senza sbagli, non senza dubbi…. E’ umano.
Momenti difficili a livello personale li ho dovuti affrontare anch’io negli anni, che non vi sto a raccontare; del resto, chi non li deve affrontare nel corso della propria vita?  Ma – dovete sapere – i momenti di incertezza, di tristezza, di malattia, sono stati sempre seguiti dalla volontà di rialzarmi… Ed ogni volta ci sono riuscita.
Vi chiederete: come si fa a riabbracciare la luce, quell’entusiasmo che porta a guardare verso l’alto e ci avvolge con la sua energia positiva?  Prima di tutto occorre credere in sé stessi e per credere occorre conoscersi a fondo, capire gli errori e risolverli, ma ancora di più comprendere quanto valore abbia  ognuno di noi, indipendentemente dal sesso, dalla religione, dal credo politico, dal colore della pelle: noi siamo un mondo, siamo spirito, coscienza, intelligenza, siamo il patrimonio che generazioni su generazioni hanno sviluppato, siamo noi stessi parte di  quella luce che cerchiamo…
Ma come facciamo a far risplendere quella luce se la si cerca nello sballo, nello stare insieme senza scopo o nel peggiore dei casi nella violenza, nell’odio, negli atti di bullismo?  Oppure nel voler raggiungere la notorietà a tutti i costi?
I burattinai hanno reso ogni aspetto della nostra vita un contest, una gara, in cui ognuno deve dimostrare chi è il migliore… Quanto tempo sprecato nella ricerca di una notorietà effimera, quanto tempo tolto alla conoscenza del mondo, degli esseri umani, alla vita vera, allo sviluppo di un progetto di vita personale.
Così si fa il gioco dei burattinai che muovono i fili! Cercate la luce nell’istruzione, nei libri, nello svago condiviso e onesto, nella ricerca delle verità e delle vere realtà, anche spirituali, nella difesa dell’ambiente… Coltivate la positività, il rispetto, la tolleranza!  Avete tanto da fare!  A voi il “l’arduo” ma necessario compito di salvare l’essere umano!!!  Ricordate che anche se ognuno di voi agisce nel suo piccolo, ogni goccia può formare un mare!

Con affetto,

una mamma, una nonna, un’insegnante… un essere umano…

Maria Grazia                                                                             

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