Lo sapevate che… numero 6

Chi è:

el scior Carera

 “El scior Carera” è il nome popolare attribuito ad un’antica scultura romana del III sec.d.C. che si trova a Milano, sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele II (al numero civico 13) ed è nota anche col nome di

“Òmm de prèja”

Si tratta di un rilievo in marmo che raffigura un personaggio maschile vestito con una toga riccamente panneggiata, mancante delle braccia e con la gamba destra leggermente avanzata. La testa rovinata, non è pertinente e fu aggiunta, o ritoccata, probabilmente in epoca altomedioevale, quando la scultura venne riutilizzata, sembrerebbe, per raffigurare l’arcivescovo di Milano Adelmanno Menclozzi. Ebbe nel tempo diverse collocazioni, fino a quella attuale, sulla parete di un edificio moderno. Sotto il rilievo è stata inserita un’epigrafe incisa in latino: “Carere debet omni vitio quiin alterum dicere paratus est” (traduzione: Deve essere privo di ogni colpa chi è pronto a parlare contro un altro). La storpiatura dell’incipit dell’iscrizione “Carere” fu il motivo per cui i milanesi chiamarono il bassorilievo “El scior Carera”.

Al disotto, una seconda iscrizione ricorda la precedente collocazione in via San Pietro all’Orto ed il ruolo svolto dalla scultura nella storia di Milano sotto la dominazione austriaca: fino a tempi recenti vi venivano affisse satire, motti politici, lamentele contro i governanti, le tasse, la mancanza di servizi ed altro. In particolare va ricordato che da qui fu pubblicizzato, nel Capodanno del 1848, lo “sciopero dei sigari” prima forma di protesta organizzata antiasburgica (contro il monopolio del tabacco) che contribuì ad alimentare il malcontento sfociato nelle Cinque Giornate di Milano. Gli austriaci non godevano molta simpatia in Milano, si racconta di un milanese, rimasto anonimo, che ce l’aveva in particolare con l’Imperatore Francesco Giuseppe marito di Elisabetta di Wittelsbach detta Sissi, beh, costui, per un lungo periodo, appiccicò a “l’òmm de prèia” un biglietto con sopra scritto “Cècco Beppe 610” che interpretato significava “Francesco Giuseppe sei – uno – zero”. Questo succedeva in analogia alla tradizione delle cosiddette statue parlanti di Roma, tra cui il celebre “Pasquino”.

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P.S. – Chi volesse approfondire la storia de “L’òmm de prèia” è a disposizione il poemetto scritto in dialetto milanese dal poeta Avv. Ambrogio Maria Antonini. Nel poemetto il poeta parla col bassorilievo, gli pone delle domande alle quali “L’òmm de prèia” risponde raccontando la sua storia che è poi , in parte, la storia di Milano fino al 1901, anno di nascita del poeta. Annotazioni e chiarimenti al testo di Edoardo Bossi.

N.d.R. Coloro che desiderano ricevere il volumetto in formato elettronico (al momento non esiste in formato cartaceo) sono pregati di inviare la loro richiesta via mail all’indirizzo del blog [email protected]
Grazie alla cortesia di Edo il volumetto è completamente gratuito

Autore articolo: Edo Bossi

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