Arese, Novembre 2017
TRA I VIGNETI IN FRANCIACORTA SULLE TRACCE DELLA GIMONDIBIKE
PEDALANDO IN 3 + 1 IL CAPO DEL RADUNO
UNIinBIKE ha proposto – ancora volta – un percorso dove la cultura ha ceduto il pedale alla natura per la ricerca di puro divertimento e tecnica ciclistica. Così come il BERNINA EXPRESS aveva acceso l’adrenalina nelle discese precipitose su terreni sconnessi, la GIMONDIBIKE ha sfidato muscoli e fiato nella conquista della cima.
Così oggi, abbiamo pedalato sulle tracce della GIMONDIBIKE un evento sportivo – l’evento sportivo per antonomasia del Lago d’Iseo e della Franciacorta – che ogni anno a settembre richiama migliaia di sportivi e che prende il nome dal grande campione Felice Gimondi uno tra i primi a credere nelle potenzialità delle biciclette dalle gomme grasse: non più biciclette da corsa quindi bensì MTB per scalare armoniosi pendii e affrontare discese sterrate tra boschi profumati e interminabili vigneti.
Siamo solo in quattro – le caratteristiche del percorso limitano la partecipazione – entusiasti e anche un po’ incoscienti partiamo da Iseo, pronti a percorrere i 40 km. previsti, ad affrontare i 987 mt. di dislivello tra boschi e sterminati filari di viti per chiudere l’anello ad Iseo punto di partenza e arrivo.
Eccoci sui sentieri decorati dalle impronte di più di 30.000 biker che nel corso di 17 edizioni hanno inciso non solo il terreno ma anche la cultura del luogo che una volta l’anno si riempie dei colori, degli affanni e del sudore di un evento sportivo internazionale.
E noi sulle loro tracce, noi “i non più giovani di Uniter in bicicletta” a inerpicarci per i primi 9,5 ininterrotti Km. di salita che dai 186 mt. della partenza conducono ai 567 mt di Marus una sperduta frazione in mezzo a boschi di castagni. E, gettato il sudore della salita per subito indossare l’adrenalina della discesa, infiliamo un sentiero – quasi un toboga – profondamente scolpito al centro e con ripide sponde paraboliche che, aumentando pericolosamente la velocità, ci faranno arrivare a Provezze.
È un incessante susseguire di colori autunnali, gli occhi si riempiono dei gialli, rossi, arancioni che sfumano sulle chiome degli alberi e sulle foglie delle viti, le ruote calpestano in continui saliscendi viottoli affollati dai ricci dei castagni e, su tutto, l’azzurro dell’acqua del lago ci accompagna all’orizzonte. E ancora cascinali, cantine, poderi, castelli e caseforti, ricetti di una bellezza seconda solo alle colline Langarole.
Noi pedaliamo, cadiamo – solo io – ci rialziamo, chiediamo il percorso ad occasionali ciclisti che diventano, per brevi tratti, compagni di viaggio e che ci consigliano il luogo per ristorarci innaffiando il buon cibo con le bollicine della Franciacorta.
Arrivati a totalizzare 787 m totali di dislivello, dopo il pranzo prendiamo la sofferta decisione di accantonare la salita più impegnativa alla Madonna del Corno sopra Provaglio di Iseo: di certo siam dei duri ma dichiariamo sinceramente che “sem sciupà” (siamo scoppiati per i non indigeni) e spudoratamente colpevolizziamo le bollicine della Franciacorta.
Così sciupà imbrocchiamo un percorso rilassante ma di grande suggestione paesaggistica nella Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino per riallacciarci ad Iseo. Qui stramazziamo nelle macchine che ci riportano a casa stanchi ma felici, con gli occhi pieni del foliage d’autunno in questa magnifica terra, soddisfatti e anche orgogliosi di aver provato questo straordinario, tecnico, impegnativo itinerario, diventato un punto di confronto per migliaia di biker appassionati delle ruote grasse.
Concludo questa cronaca con questo – quanto mai appropriato – aforisma di un altro grande del ciclismo, Ivan Basso
“La bicicletta insegna cos’è la fatica, cosa significa salire e scendere… insegna a vivere”
Massimo, pedali al vento sempre
Autore articolo: Massimo Comi
Foto: Massimo Comi, Renzo Bovati
Sono uno dei quattro partecipanti, posso confermare tutto quello che Massimo ha detto. L’unico rammarico che la stagione non ci permette più queste uscite. Colgo l’occasione per ringraziare il capo organizatore è gli altri partecipanti.
Bellissimo reportage che trasmette la piacevolezza della giornata e la bellezza dei paesaggi attraversati. Forse dobbiamo migliorarci nei selfie ………….
Alla prossima
Di sicuro non ce l’avrei fatta, non tanto per i 40 Km, ma per le salite a cui sai bene che sono allergico … Quindi, con un po’ di rammarico per le bollicine, grazie per il bel racconto.
Massimo, per i tuoi resoconti sulle uscite in sella, sei quello che per l’automobilismo è Giorgio Terruzzi (spero di averti fatto un complimento)
Riesci sempre a farci invidiare di non aver partecipato anche se, guardando l’altimetria, il rimpianto maggiore resta quello delle gambe sotto il tavolo, come dice saggiamente Alessandro.
Lorenzo
Grazie biker cercherò di allungare le braccia per avere selfie più panoramici, spianero’ le salite per avere più compagni di pedale e chiederò alle stagioni di essere clementi per continuare a esplorare.
Massimo
… e io chiederò a Massimo e ad Alessandro di non farci mancare i loro bellissimi “reportages” su pedalate ed escursioni, non appena sarà possibile riprendere le attività di UNIinBIKE e UNITreck. A presto!
Piera
Piera io non ti farò mancare i reportage ma tu è ora che ricominci a farmi qualche bella rima. Dai!
Caro Massimo, scrivo spesso filastrocche perchè, come sai, la cosa mi diverte. Non sempre però possono interessare i lettori del Blog. Tornerò a farmi viva quando capiterà un argomento “uniteriano”.
Piera