Utilizzare la cultura per un cambio di civiltà

Cari amici, care amiche,
vi invio delle mie brevi riflessioni pubblicate sul Notiziario online di maggio dei Maestri del Lavoro.

Utilizzare la cultura per un cambio di civiltà.
Assistiamo a un disastro ambientale di dimensioni globali. La Terra “ha la febbre”, si sta scaldando con una velocità che non ha paragoni nella sua storia. La causa? Siamo noi.  La stragrande maggioranza degli scienziati di tutto il mondo crede che ci sia un sostanziale contributo umano nel fenomeno del cambiamento climatico: il cosiddetto “effetto serra”. Oggi il nemico pubblico numero uno del pianeta sono i gas serra: un problema di cui si parla da venti anni. L’unico rimedio al rischio che si prospetta nei prossimi decenni (innalzamento continuo e inarrestabile delle temperature, scioglimento dei ghiacci, inondazioni, carestie, guerre, migrazioni ecologiche) è quello di rivedere profondamente il nostro modello di vita e di sviluppo.
È un tema al centro dell’attenzione mondiale e anche il papa sostiene la necessità di una “conversione ecologica globale”. La domanda è: come? Non basta separare il vetro dalla plastica, l’umido dal secco (non diciamolo alle nostre mogli se no si mettono a boicottare l’operazione…). Da dove si comincia?  Forse si potrebbe educare le nuove generazioni all’arte. La scuola, sin da quella materna, dovrebbe facilitare espressioni del lato creativo e artistico dei bambini, coinvolgendoli in attività che facciano apprezzare la bellezza delle cose e delle idee.
La tesi è: se si educano le persone alla bellezza, esse sentiranno il bisogno di proteggerla. E cosa c’è di più entusiasticamente bello per noi umani della natura terrestre (beh, c’è anche altro, ma non è il caso qui di allargare il concetto…).  In questo assunto, includo  la funzione educatrice delle varie espressioni di arte: da quella pittorica a quella poetica,  da quella cinematografica  a quella teatrale. Ad esempio, una buona pièce teatrale che può essere una commedia o un dramma, diretta da un bravo regista e interpretata da eccellenti attori, potrebbe essere in grado di innescare nel pubblico una presa di coscienza tale da spingerlo nella direzione di  un mutamento, che dovrebbe essere non solo “culturale”, ma soprattutto  di civiltà. Esagero? Forse, ma se in passato sono successe rivoluzioni, grazie anche all’affiancamento culturale di musica , letteratura e teatro, in popolazioni costituite in maggioranza da analfabeti, perché oggi non credere alla capacità demiurgica di queste arti? Non basta comunque una lenta presa di coscienza. Serve un cambiamento più pervasivo di testa e di cuore, che porti a esigere dalla classe politica una programmazione pertinente il “grande problema di fondo”. Oggi, purtroppo, ci si crogiola soprattutto nel discutere su ciò che è “politicamente corretto”, nell’analisi di mediazione tra diverse “correnti di pensiero”, e soprattutto, nella ricerca del “consenso”. Se non si cambia “civiltà” già in questa generazione, le prossime saranno costrette a farlo incalzate dai guai cui andranno incontro: e forse potrebbe essere troppo tardi.

 gasAutore articolo: Giorgio Fiorini

3 thoughts on “Utilizzare la cultura per un cambio di civiltà”

  1. Oltre a essere un simpaticone scrivi delle cose scientifiche e molto
    ecologiche, bravo Giorgio

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    Alessandro Bossi

    Caro Giorgio, l’idea di educare alla “bellezza” è affascinante e credo che possa essere veramente la via giusta, perché chi ama e apprezza la bellezza prova raccapriccio nell’atto di deturpare.
    Vorrei solo rammentarti che c’è anche tanta bellezza nella scienza, anche se coglierla è forse più difficile che nell’arte. Questo non smentisce quanto dici, ma anzi fa capire quanto la Conoscenza, in qualsiasi campo si sviluppi, sia importante.

    1. Giorgio Fiorini

      Ringrazio Francesca e Alessandro per i commenti al mio “eco-post”. Condivido al 100% anche l’affermazione di Alessandro sulla bellezza della scienza. Del resto non potrebbe essere diversamente per un chimico come il sottoscritto, che ha trattato e venduto I prodotti più tossici e nocivi usati in campo indstriale 🙂

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