Viaggio in India

Il programma di Storia dell’Arte dello scorso anno era incentrato sull’India e particolarmente sulla dinastia dei Moghul (islamici musulmani). Come ogni anno, alla fine del percorso di studio, si crea la possibilità di recarsi sul posto per apprezzare e comprendere appieno la civiltà studiata.

Detto fatto, viene programmato il viaggio nell’India del Nord – nel Triangolo Moghul nel mese di marzo 2012.

Le tappe saranno tre: Delhi, Jaipur e Agra. Il viaggio avrà la durata di otto giorni e 6 notti.

Ecco un breve diario di viaggio:

A Delhi visita della città agli edifici governativi, il Forte Rosso e il tempio Sikh “Bangla Sahed”. Si visita inoltre il Kutub Minar, che fu costruito tra il 1199 e il 1368, minareto, uno dei simboli della capitale indiana. Si visita inoltre la grande Moschea Majid.

Si visita successivamente Jaipur la Città rosa costruita nel XVII secolo dal Maharaja (grande Re) Jai Singh II edificata secondo antiche regole architettoniche Indù e così chiamata per il colore in cui sono dipinti tutti gli edifici del centro storico, colore che le fu conferito nel 1863 da Eduardo figlio della Regina Vittoria che la fece dipingere con questo colore.

Amber Fort è arroccato sulle colline di Aravalli e ci arriviamo a dorso di elefante! E’ anche molto curiosa la visita al mercato di Jaipur. Molto interessanti il City Palace e l’Osservatorio Astronomico.

Nel percorso verso Agra visitiamo la città abbandonata di Fatehpur Sikri. Si resta colpiti nei percorsi in pulman attraversando il paese, dal rumore assordante e dal traffico caotico spesso accompagnato da degrado ambientale e molta povertà.

Lo stupore è ancora grandissimo quando visitiamo piccoli gioielli come Orcha o Gwalior, o splendori come Kajurhao.

Ma ad Agra arriva l’incanto! Il Taj Mahal: dichiarato dall’Unesco una delle sette meraviglie del mondo! E non ci delude, anzi la sensazione è grande! E’ maestoso, ricco sfarzoso, costruito in marmo bianco con pregevoli intarsi di pietre preziose.…. Questo Mausoleo fu edificato tra il 1631 e il 1653 (occorsero 20 anni per la costruzione) da Shah Jahan in memoria della giovane moglie Mumtaz e si dice che, a completamento dell’opera, fece tagliare ai muratori le mani e all’architetto la testa perché il Taj Mahal doveva essere un’esclusiva assoluta! 

Si visita anche il Mausoleo di Sikandra edificato per l’imperatore Moghul Akbar, nonno di Shah Jahan situato all’interno di un parco ricco di flora e fauna.

Per chi non è potuto andare resta forte la curiosità di sapere un po’ del “dietro le quinte” di quel favoloso viaggio, perché abbiamo sì visto le diapositive al termine del viaggio, bellissime ed interessantissime, ma ci interessano ancor più le impressioni personali, qualche aneddoto e curiosità.

Ebbene sì, siamo studenti curiosi!!!

Intervista a Elio, uno degli studenti al Corso di Storia dell’Arte di Maria Garbini, che ha partecipato al viaggio in India.

Elio, mi inchino con le mani in atto di preghiera e ti dico Namasté (mi inchino al Dio che vedo in te) come salutano in Indi …

D. Allora com’è stato l’esito del tuo viaggio?

R. Viaggio molto interessante e, soprattutto, molto bene organizzato. I miei primi due viaggi in India (Calcutta 1961 – Calcutta e Bombay 1980) non mi avevano permesso di toccare con mano la situazione sociale dell’India.

D. Cosa ti sei portato quindi dall’India? Non intendo le cose materiali, puoi però aggiungerle se lo credi?

R. Ho portato con me una grande impressione estetica delle innumerevoli costruzioni artistiche visitate, ma soprattutto mi è rimasta impressa la situazione sociale della nazione. Ho girato parecchio il mondo, anche in nazioni poverissime Africa (Kenia), Sud America (Brasile, Colombia, ecc.), Paesi dell’Est Europeo ma la situazione indiana è certamente la peggiore. Ho portato, ovviamente, anche qualche ricordo ma tutte cose di normale conoscenza.

D. Immagino che abbiate vissuto delle emozioni forti di fronte a costruzioni molto particolari, uniche, situate a volte in spazi molto grandi e che, la maggior parte di voi frequentanti il Corso di Storia dell’Arte – avevate già visto nelle diapositive durante le lezioni di Maria (insegnante, ndr) ma dal vivo è tutt’altra cosa, vero?

R. Certamente molte delle “costruzioni particolari”, come castelli, moschee, città abbandonate, tombe giganti le avevamo già viste: film, libri, riviste e soprattutto nel corso di Maria ma certamente viste di persona sono tutt’altra cosa.

D. Siete riusciti ad avere dei contatti con la cultura locale: occasioni di parlare con persone del posto, e vi siete potuti fare un’idea, se pur approssimativa – dato il tempo limitato -, delle condizioni socio-economiche dei luoghi visitati?

R. Abbiamo avuto contatti durante le visite libere soprattutto a Varanasi l’ultimo giorno a Delhi. Ci siamo fatti un’idea precisa delle condizioni essendo riusciti ad entrare se pur brevemente nel cortile di una scuola elementare e vedendo una baraccopoli che era a cento metri dal nostro Hotel cinque stelle ma la visione l’abbiamo avuta dal pullman che ci portava all’aeroporto di Delhi perché non ci avevano fatto entrare.

D. Qualche parola in lingua Indi ricorrente e semplice da ricordare?: Namasté, per esempio, abbiamo sentito che traduce il nostro ciao, e che lo pronunciano mettendo le mani in forma di preghiera e abbassando la testa ?

R. Namasté e basta

D. Hai qualche aneddoto da raccontarci? Magari a dorso d’elefante?

R. Posso solo dire che è stato tragico…! La posizione trasversale rende precario l’equilibrio e pertanto la sensazione era: se cado vado in pezzi…!

D. In mezzo alle persone locali vi siete sempre sentiti accolti? E’ vero che in certe zone la gente, pur essendo poverissima, è molto generosa e ospitale?

R. Quando abbiamo avuto contatti fuori dagli Hotel, le persone si sono mostrate ospitali. Purtroppo eravamo circondati da persone (soprattutto bambini) poverissime in cerca disperata di elemosina.

D. Hai qualche consiglio particolare da suggerire per quelli che desiderano programmare un viaggio in India?

R. Dedicare più tempo ai contatti, conoscere in anticipo cosa si va a vedere almeno sommariamente; controllare poi con attenzione cibi e bevande, portare caramelle e alimenti piacevoli per i bambini. Un consiglio che ci era stato caldamente raccomandato dalla guida locale è di non dare soldi ai bambini. C’è una sorta di sfruttamento dell’infanzia indirizzato alla richiesta di elemosina che è meglio non alimentare. Ultimo consiglio, suggerirei anche di portarsi una buona guida per esempio: Travel Guide – National Geographic “India” edizione White Star 

Grazie Elio, sei stato molto esaudiente! e alla prossima! In Cina, col prossimo viaggio, speriamo…!!!

Namasté

 

2 thoughts on “Viaggio in India”

  1. Elio grazie per la tua intervista! Sei stato molto esaudiente e per quelli che non sono potuti andare hai “regalato” qualche bella emozione, almeno da immaginare…
    Conto molto sui tuoi commenti nel prossimo viaggio in Cina dell’aprile 2013! Ti aspetto! Namasté!

  2. Franco Corradin

    Il mio è un commento di prova, l’inizio dell’articolo è sbagliato in quanto riporta la prima versione del viaggio, che a richiesta dei partecipanti è stato allungato e portato a 12 giorn, visto che non è un viiaggio che si fa tutti gli anni, la richiesta era stata di poter vedere il più possibile, natuarlmente entro costi ragionevoli.

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