In una limpida notte di fine estate mentre le stelle illuminavano le macerie di una casa dove un fiore selvatico, cresciuto per caso, era ornamento al tumulo senza nome di una donna, un vento leggero scosse le foglie degli alberi e nel fruscio il suono di un violino cantò il ricordo di un amore ai muri in rovina fra cui il vento raccolse il ricordo di un sospiro che conservò assieme al fiore selvatico ed al suono del violino.
Autore articolo e immagine: Fabio Campadelli
Sensibilità e poesia hanno saputo cogliere e trasmettere un momento magico, e unico nel suo genere. Grazie
Piera
il racconto fa parte di una serie di qualche tempo fa
Io non conoscevo il racconto, e ne sono rimasta veramente colpita. Spero di avere l’opportunità di leggerne altri della stessa serie.
Piera
prova a guardare nella sezione foto-grafica e cerca i frattali (anche nelle pagine arretrate). Ad ogni frattale(quasi) ho allegato un raccontino (mio). i frattali sono ,mi sembra, 42 racconti meno. se ti interessano provo a stamparti tutto il gruppo. {50}
Guardando le pagine arretrate della sezione Foto-Grafica, ho potuto gustare racconti e poesie dei tuoi Frattali.
Non so come mi siano potuti sfuggire prima. Probabilmente non ero ancora frequentatrice del Blog, oppure, quando lo sono diventata, mi sono fermata alle meravigliose immagini.
Complimenti davvero!
grazie dell’apprezzamento ciao . Fabio
per Piera Cannizzaro se vuoi altri lavori miei li trovi su uniter-arese.it/archivio/arte & hobbies fra i soci/pagina dsedicata
mi sono dimenticato di dire che “il suono del violino” fa parte di un gruppo sui ricordi del dopoguerra. scusate
fabio