La rotazione

Il vocabolo rotazione può avere significati diversi, in base alle le parole a cui viene associato. Nel caso della agricoltura ha un significato ben preciso e si riferisce al susseguirsi di coltivazioni diverse sullo stesso appezzamento. La rotazione viene anche detta avvicendamento.

rotazione
In primo piano campo di mais, la striscia giallina, dopo il mais, è un campo a prato. Sullo sfondo il Castellazzo di Bollate. (Foto © RC).

Attorno ad Arese ci sono campi coltivati e molti avranno osservato che sullo stesso appezzamento un anno vedono il mais, per qualche anno il prato, poi il grano e così via. Perché, invece non si continua a mettere sullo stesso appezzamento un anno dopo l’altro la stessa coltivazione? Ci sono molte ragioni.
Già i romani avevano notato che coltivando lo stesso appezzamento a grano per vari anni, dal secondo anno in poi le rese diminuivano. Per cui decisero dopo il grano di lasciare a riposo il terreno, con una pratica che venne in seguito denominata maggese. Lasciare a riposo il terreno, per più anni, prima di riseminare il grano o qualsiasi altro cereale. Questo si può fare quando si ha a disposizione molta terra. Con il passare dei secoli e con l’aumento della popolazione la necessità di coltivare intensamente la stessa superficie portò alla rotazione agricola. In Inghilterra un notevole progresso fu fatto con la così detta rotazione di Norfolk introdotta,agli inizi del 1700, dal visconte di Townshend che forse l’aveva vista in Olanda. Questa rotazione quadriennale prevedeva la seguente successione: Frumento, Rapa, Orzo, Trifoglio. Al Trifoglio si poteva sostituire il Fagiolo.
Da allora la scienza agronomica ha fatto molti progressi distinguendo le piante coltivate in tre categorie: “preparatrici” , “miglioratrici” (in genere le leguminose) e “depauperanti” o “sfruttanti”. Queste ultime, dopo la loro coltivazione, lasciano il terreno meno fertile. Il pomodoro appartiene a questa categoria ed è forse la pianta che richiede il periodo più lungo, da 5 a 7 anni, prima di ritornare sullo stesso terreno. Se avete un orto, cercate di cambiare il posto dove coltivate il pomodoro continuamente, lasciando tempo al terreno in un certo senso di “purificarsi” prima di ripiantarlo nella stessa posizione.

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Autore articolo: Ruggero Cimatti

 

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