Rap e Uni Ter

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una insospettabile preziosa empatia

Cari amici,
lo scorso 15 dicembre 6  Rapper aresini hanno fatto incursione nella annuale assemblea dei soci dell’UNI TER  con la teatralità e l’asciutta provocazione della musica Rap. L’entusiasmo dei cantanti, il ritmo e i testi sono stati davvero contagiosi e molti di voi hanno espresso il desiderio di veder pubblicati i testi sul Blog.
Detto fatto! Li pubblicherò in più puntate.

 E quale modo migliore di cominciare se non onorare (ed è proprio la parola giusta)

SONITA ALIZADEH

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SONITA ALIZADEH, la giovanissima 15enne Rapper Afghana, che con coraggio ha sfidato la crudele cultura del suo popolo gridando al Mondo  il dramma delle spose bambine. La sua musica – a cui Silvia Mercoli ha dato, nella nostra assemblea, voce recitando alcuni suoi versi – è diventata un grido di battaglia per le ragazze in tutto l’Afghanistan.

Con SONITA si comprende che il Rap non è solo cappellini con visiere portate al contrario, non è solo una particolare simbologia dei gesti, non è cantilena: spesso diventa il solo mezzo per denunciare, per gridare la rabbia per soprusi e torti subiti, per gridare la difficoltà di vivere.

“Il Rap consente di raccontare la tua storia ad altre persone.
E’ una piattaforma per condividere le parole che sono nel mio cuore.”

SONITA non ha taciuto, in clandestinità ha scritto e poi ha urlato in musica il devastante dolore delle bambine che vengono vendute dalle loro famiglie e lo ha fatto con tale passione, forza e bravura che il suo Dokhtar Forooshi ( Brides for sale – Mogli in vendita), ha fatto il giro del Mondo raccogliendo una straordinaria  partecipazione e solidarietà.

A Milano nel GIARDINO DEI GIUSTI, da quest’anno, un pruno e un ceppo di granito portano il suo nome per  testimoniare il suo impegno per la libertà delle ragazze e delle donne di poter scegliere il proprio destino.

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Questo l’intero testo  del brano appena accennato da Silvia Mercoli e questo il link a You Tube dove ascoltarlo se lo vorrete

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Click sull’immagine

BRIDES FOR SALE – MOGLI IN VENDITA
Lasciate che vi sussurri le mie parole,
cosicché nessuno oda che parlo della vendita di ragazze.
La mia voce non dovrebbe essere udita, dal momento che è contraria alla sharia.
Le donne devono rimanere in silenzio. Questa è la tradizione di questa città.
Io grido per rimediare al silenzio lungo una vita delle donne.
Io grido a nome delle profonde ingiurie sul mio corpo.
Io grido per un corpo esaurito nella sua gabbia
Un corpo che si è spezzato sotto i cartellini dei prezzi che vi avete messo sopra.
Ho quindici anni, vengo da Herat.
Alcuni sono venuti come pretendenti ed io sono confusa.
Sono perplessa da questa tradizione e da questa gente.
Vendono ragazze per denaro. Nessun diritto di scegliere.
Orbene, mio padre si preoccupa del prezzo della vita.
Chiunque paghi di più, la ragazza è sua.
Se avessi saputo che avreste tenuto il conto dei miei prezzi,
Se avessi saputo che avreste preso nota dei miei morsi,
Sarei tornata affamata dalla tavola
O avrei mangiato i vostri avanzi.
Come tutte le altre ragazze, io sono chiusa in gabbia.
Mi vedono come una pecora allevata solo per essere divorata.
Ripetono che è giunta l’ora di vendermi.
Anche io sono una persona, questi sono i miei occhi e le mie orecchie.
Avete mai visto una pecora lamentarsi della morte?
Avete mai visto una pecora, emotiva come me?
Oh Dio, non posso vivere lontana da voi,
non posso accusarvi di niente, non importa quanto ce ne sia bisogno.
Ma voi… ahimè, che dovrei dire?
So che mi avete dato la vita, come posso ripagare?
Lasciami gridare. Sono stanca del silenzio
Toglietemi le mani di dosso. Mi sento soffocare
Non avete conversato con me per così tanto tempo
Che continuo a controllare per assicurarmi di essere viva.
Priva di voce, sono piena di dubbi.
Se fossi morta, come potrei sentire le frustate?
Questa è la tradizione della tua città per le ragazze: rimanere in silenzio.
Poi ditemi, cosa posso fare per provare il mio essere una persona?
Forse la fuga ed il suicidio sono terribilmente stupidi
Ma cosa si può fare se non c’è alcun sostegno?
Ma perfino se mi strappate tutti i capelli
Non farò nulla per mettervi in difficoltà finanziarie.
Se vendermi vi porterà la felicità,
Proverò a mentire “è tutto fantastico”
Spero che Dio conserverà i vostri sorrisi
Ed I miei sorrisi li scambierò con il vostro dolore.
Però vorrei che rivedeste il Corano.
Vorrei che sapeste che non dice che le donne sono in vendita.
Aspettate, ho bisogno di un po’ di pace.
Lasciatemi sola. Sono stufa del trucco
Il mio volto ammaccato non guarirà con il trucco.
Quello che avete fatto a me, gli infedeli non lo farebbero ai Musulmani.
Giuro che fa male quando non ci sono i sentimenti,
Quando sei nell’abbraccio di un estraneo.
Continuare I miei versi è difficile.
La vostra felicità è tutto ciò che voglio.
Ma guardatemi e ricordate il mio volto.
Io ero quella sveglia al vostro capezzale per tutta la notte.
Io me ne vado, grata di tutta la vostra gentilezza,
Ma sono preoccupata. Chi si prenderà cura di voi?
Io me ne vado ma nel caso voi sentiste la mia mancanza,
Lascio la mia bambola qui per voi.
Non lasciatela piangere come me.
Non vendetela, lasciate che sia un regalo con cui ricordarmi.

Grazie a tutti

Autore articolo: Massimo Comi

3 thoughts on “Rap e Uni Ter”

  1. Bella iniziativa Massimo!
    Un grazie a Massimo e anche ad Alessandro Bossi che ha avuto l’ardire di invitare i ragazzi del Rap all’UNI TER.
    Sarà interessante seguire anche le prossime puntate.

  2. Giorgio Fiorini

    Grande contributo culturale e umano ricevuto grazie alla canzone di decuncia di una rapper (leggere le parole della canzone ed ascoltarle su Youtube).
    Aver invitato i ragazzi del Rap all’Uni Ter è in linea con la mia idea di coinvolgere di più le giovani generazioni nell’associazione. Le conferenze spettacolo del giovedì sono le occasioni pià propizie per un proficuo rapporto intergenerazionale: il futuro della nostra società passa da questo intreccio.
    Complimenti a tutti coloro che hanno pensato e organizzato questo momento. Giorgio Fiorini

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