Basta con il cibo buttato!!

Il 5 febbraio scorso si è celebrata la 9° Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, istituita nel 2014 dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna e con il Ministero dell’Ambiente.
Una ricorrenza importante, in cui sono stati diffusi i dati del Rapporto ‘Il caso Italia’ 2022 di Waste Watcher International (per iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna, su monitoraggio Ipsos).
Il rapporto rileva una negativa inversione di tendenza dopo due anni di miglioramento. Infatti, durante l’ultimo anno gli italiani hanno sprecato cibo per 7 miliardi di euro, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente (pari a 1.866.000 tonnellate di cibo).
In media, gli italiani, sprecano 593,3 grammi di cibo a settimana (l’anno precedente erano 529,3 grammi), pari a 30,956 kg all’anno.

Gli alimenti più ‘sprecati’
La top five degli alimenti che finiscono in pattumiera è più o meno sempre la stessa:
1. Frutta fresca, con 25,5 grammi
2. Insalate, con 21,4 grammi
3. Pane fresco, con 20,0 grammi
4. Verdure, con 19,5 grammi
5. Cipolle, aglio e tuberi, con 18,7 grammi.

Dove si spreca di più?
Rispetto all’anno precedente, il nord ha ridotto del 12% il proprio spreco di cibo, così come il centro, del 10%.
Il sud invece è in controtendenza e registra un aumento dello spreco del 18%.
A livello internazionale nel 2021, pur peggiorando le proprie percentuali di spreco alimentare, il nostro paese rimane comunque il luogo dove si spreca meno cibo tra gli stati più industrializzati.
Un consolazione magra, visto che nel mondo si sprecano circa 74 kg di cibo a testa. 1,4 miliardi di ettari di superficie agricola mondiale vengono usati per produrre cibo che poi non viene utilizzato, a fronte di oltre 800 milioni di persone nel mondo che hanno difficoltà ad alimentarsi.
Possiamo, tutti insieme, fare meglio, grazie a una migliore educazione alimentare, a una spesa più attenta e a un controllo più rigoroso delle date di scadenza dei prodotti che abbiamo nei nostri frigoriferi.

Autore articolo: Paolo Bonizzi <[email protected]>

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