I sapori della Val d’Isarco

Per concludere in bellezza il corso di cucina regionale dell’Uni Ter – Arese decidiamo di degustare sul posto la cucina tirolese. Scegliamo la Val d’Isarco che in questo periodo dell’anno  ha molto da proporci: i meli in fiore, una visita guidata all’abbazia agostiniana isarco1di Novacella con degustazione dei vini della cantina, ristoranti di tutto rispetto e una scuola alberghiera di prim’ordine dove decidiamo di prenotare una lezione sulla cucina locale e i piatti della tradizione.
Iniziamo il nostro percorso sull’altopiano di Naz-Sciaves, l’altopiano delle mele. In quest’area, circondata dalle montagne e dalle conifere, circa 270 ettari di terreno sono destinati alla frutticoltura e ogni anno si raccolgono circa 11.400 tonnellate di mele di varietà diverse. In primavera i meli sono in fiore e potete passeggiare lungo i sentieri,  godendovi  uno spettacolo incantevole, e poi fare uno spuntino  da Flotscherhof (Via Viumes, 14, Naz-Sciaves) a base di speck e strudel con crema alla vaniglia, ma non solo. Non dovete però avere fretta :  il cibo è buono ma vi serviranno con molta calma!  La struttura ha disponibilità di camere e offre molti servizi (biciclette, sauna, idromassaggio, parco giochi,…) ad un prezzo competitivo (così almeno dicono le recensioni).
Proseguiamo per Bressanone, città vescovile alla confluenza dei fiumi Isarco e Rienza, che vi stupirà per l’architettura dei suoi palazzi e per la sua atmosfera, a metà tra la città d’arte e la città alpina.  Da non perdere il Duomo con il Chiostro e il Palazzo Vescovile.

isarco2Ceniamo al ristorante “Oste Scuro” , un’istituzione a Bressanone sia per la posizione centrale, a ridosso di Piazza Duomo, sia per la sua cucina raffinata basata su prodotti locali. Lo chef Hermann Mayr, vanta un’esperienza quarantennale ed è rinomato come uno dei migliori cuochi dell’Alto Adige. Fa parte dei locali storici d’Italia e vi accoglierà nelle “Stuben”, sale in stile altoatesino ricche di fascino e di storia.
E che dire del menù che ci è stato riservato?  Prosciutto d`agnello di “Villnößer Brillenschaf”, Lasagnette gratinate con asparagi ed erba orsina, Duetto di porchetta con frittelle di patate, Strudel di rabarbaro con ragù e gelato di fragole. Il tutto accompagnato con due grandi vini della zona: un fantastico Gewurztraminer, fresco e fruttato, seguito da un  Lagrein, profumato di mora e leggermente tannico.
Per qualche informazione in più potete visitare il sito: www.finsterwirt.com.

isarco3

 L’indomani il programma ci riserva una visita guidata all’abbazia di Novacella, a pochi chilometri da Bressanone. Dal punto di vista storico e artistico l’abbazia è molto interessante e ci soffermiamo a visitare la Chiesa, in stile tardo barocco bavarese, il chiostro, la biblioteca. Passiamo poi alle vigne e alle cantine: la Cantina dell’Abbazia di Novacella da anni si sostiene con i suoi vini, al 95% bianchi, che hanno ottenuto  grandi successi nazionali e internazionali. Concludiamo con una degustazione e relativo spuntino a base di speck e formaggi con il classico pane di segale e lo Schuttelbrot, sottile pane croccante aromatizzato al finocchio, cumino e trigonella. Siamo nel regno dei pani integrali e soprattutto della segale e del farro in quanto il grano non si adatta bene al clima alpino.

isarco4

Raggiungiamo nel pomeriggio l’Istituto Alberghiero di Bressanone dove ci attende lo Chef R. Steinkasserer, una lunga esperienza in giro per il mondo e ora qui, a scuola, per far crescere le nuove leve. Rimaniamo subito stupiti dall’efficienza dell’Istituto: struttura ultra moderna con laboratori di panificazione, pasticceria, macelleria e cucina. Aule attrezzatissime, più di 600 studenti, convitto per i fuori sede, sale convegno, attrezzature sportive, mensa aperta al pubblico un giorno alla settimana,…

isarco5

Ci propone un menù molto tradizionale, così come avevamo richiesto, il cui filo conduttore è costituito dai  prodotti del territorio. Partiamo con gli “Schlutzkrapfen”, le mezzelune tirolesi fatte con pasta di segale e farcite con spinaci e ricotta; poi si cucina la zuppa al vino con crostini alla cannella, una vera sorpresa!  Per secondo il classico gulash di cervo con cavolo rosso stufato e polenta all’erba cipollina (un tocco primaverile per un piatto tipicamente invernale) ed infine i Buchteln, dolcetti di pasta lievitata ripieni di marmellata di albicocche.
“Mangiare bene lega anima e corpo” recita un vecchio proverbio tirolese!
Siamo arrivati alla fine del viaggio e ce ne torniamo a casa soddisfatti, accompagnati dal profumo dello speck, del pane, dei wurstel che riempiono il bagagliaio dell’auto. isarco6Marina e Nicoletta

Autore articolo: Marina Velati e Nicoletta Airenti

1 thought on “I sapori della Val d’Isarco”

  1. Non ho frequentato il corso di cucina regionale dell’Uniter, ma dopo aver letto il vostro reportage sul viaggio in Val Isarco un pensierino per il prossimo anno l’ho fatto. Avete saputo farci vivere “dal vero” le varie tappe e, forse perchè conosco la zona e la amo molto, alla fine mi sembrava di sentire il gusto dello speck e degli Schlutzkrapfen. Belle anche le foto che ci hanno permesso di vedere i luoghi caratteristici e particolari.
    Alba

Comments are closed.

Scroll to Top