La raccolta del grano

grano1Ho fotografato queste falci per mietere il grano, molti anni fa, e già avevano il manico di legno tarlato ed erano arrugginite. Il grano, detto anche frumento, è uno degli alimenti principali dell’umanità. Assieme a orzo, segale, riso e mais costituisce il gruppo dei cereali il cui nome deriva dalla dea latina della terra, della fertilità, che aveva insegnato agli uomini a coltivare i campi, Cerere.
Da bambino ho visto mietere il grano con la falce, ricordo gli uomini ricurvi con la falce nella mano destra, mentre con la sinistra radunavano un pugno di piante di grano e con un gesto continuo della falce ne tagliavano gli steli a circa dieci centimetri dal terreno.
Poi riponevano il mazzo di spighe sul terreno, qualcuno che seguiva radunava i vari mazzi in fasci più grandi detti covoni. Verso sera arrivava un carro trainato da buoi, sui quale venivano, con dei forcali, caricati i covoni per essere portati a casa e messi al coperto in quello che era detto il capannone. Era un lavoro faticoso che veniva interrotto solo nelle ore più calde della giornata, ma che occupava tutta la famiglia contadina. Poi sono arrivate le mietilega. Macchine trainate da un cavallo che tagliavano e legavano il grano in piccoli covoni. Fu un progresso notevole e ridusse notevolmente i dolori di  schiena dei contadini velocizzando anche il raccolto. Infine arrivò la mietitrebbia.

Una delle prime mietitrebbie impiegate nella pianura romagnola ( Foto © RC 1951)
Una delle prime mietitrebbie impiegate nella pianura romagnola ( Foto © RC 1951)

Siamo nei primi anni del 1950. Tutte le operazioni di raccolta e trebbiatura sono concentrate in una sola macchina. Le prime mietitrebbie erano molto rudimentali e spesso si inceppavano o rompevano, ma il progresso ha portato oggi a delle macchine con cabine ad aria condizionata, misurazione non solo delle quantità del raccolto, ma anche della umidità e, per mezzo di un GPS, alla resa delle varie parti del campo per produrre una mappa che servirà a regolare la concimazione l’anno dopo.Siamo alla “Agricoltura di precisione”. Dove un tempo occorrevano centinaia di ore per ettaro, oggi ne bastano poche decine, per un lavoro più preciso ed efficiente.

Il corso “Capire l’agricoltura” inizierà alle 16,30 il 5 marzo 2013 in una aula del Forum in viale Resegone. Chi è interessato si affretti ad iscriversi presso la segreteria Uniter.

Autore articolo: Ruggero Cimatti

 

5 thoughts on “La raccolta del grano”

  1. FABIO CAMPADELLI

    SEMPRE AFFASCINANTE LA STORIA DEI PROGRESSI IN QUALSIASI CAMPO. SI METTONO IN EVIDENZA LE DIFFICOLTA’ SUPERATE ED I CAMBIAMENTI CONCETTUALI.

  2. Ruggero Cimatti

    Grazie del commento molto appropriato. L’agricoltura nei suoi quasi 10 mila anni di storia ha superato molte difficoltà. Dopo la meccanica, la chimica e le biotecnologie il futuro come in altri campi sembra dipendere dalla elettronica. La tecnologia, non si ferma e mentre sul piano personale si può rifiutare una tecnologia, quando un paese rifiuta una tecnologia paga sempre un prezzo molto alto.

    1. FABIO CAMPADELLI

      certo attualmente sembra la via più adatta per risparmiare il pianeta e le risorse. comunque non sarà certo, almeno a mio parere, la soluzione definitiva perché vi saranno po nuovi concetti e nuove soluzioni al momento non concepibili

      1. Certamente. L’agricoltura è un insieme di tecnologie diverse e, nella mia opinione, in futuro altre tecnologie possono dimostrarsi utili alla produzione di cibo che in definitiva è lo scopo primario dell’africoltura. Per esempio, non vedo ancora applicazioni agricole delle nanotecnologie, ma un giorno o l’altro qualcuno avrà qualche idea di come applicarle anche all’agricoltura

        1. FABIO CAMPADELLI

          CERTAMENTE. MA QUELLO CHE MI AFFASCINA E’ POTER FARE LAVORARE LA FANTASIA SUL POSSIBILE FUTURO INDIPENDENTEMENTE DALLA MANIERA DI OPERARE . E’ UN PO’ COME COSTRUIRSI UN ROMANZO DI FANTASCIENZA PERSONALE CON LE PROPRIE SPERANZE. CIAO

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