Le patate

Diserbo e sarchiatura, a mano, delle patate in un altopiano dell’Ecuador. (Foto: © RC 1976)
Diserbo e sarchiatura, a mano, delle patate in un altopiano dell’Ecuador. (Foto: © RC 1976)

Il titolo è al plurale, perché oltre a molte varietà di patate esistono anche molte specie. Alla domanda: Menzionate un radice commestibile? Al “Corso capire l’Agricoltura” qualcuno ha risposto la patata. Pur essendo sotto terra la patata non è una radice ma un fusto. Infatti possiede gemme che vengono usate per la moltiplicazione.

La patata è originaria degli altipiani andini del Sud America (Perù, Bolivia, Ecuador). Sembra che sia stata domesticata dagli Inca e diffusa in tutto il loro impero. Tra tutte le piante importate dal nuovo mondo, la patata è quella che è stata accettata più lentamente. Invece il Mais e il pomodoro si diffusero rapidamente in tutto il mondo. Il Mais portato in Europa nel 1493, si diffuse così rapidamente che nel 1555 era arrivato in Cina. La patata anch’essa arrivò dopo le prime esplorazioni, ma l’Europa non ne colse il grande valore alimentare. La diffidenza era dovuta a varie cause, tra l’altro il fatto che cresce sotto terra, alla sua forma poco attraente e a pregiudizi a volte anche ridicoli, come quello che provocava la lebbra. Non erano citate nella Bibbia, quindi, secondo alcuni ecclesiastici, voleva dire che Dio non approvava il suo uso come cibo.

Finalmente, di fronte a varie carestie, nel 1700, si rivalutò questo cibo. Federico il Grande di Prussia nel 1740, esortò i suoi sudditi a coltivare patate, distribuendo gratuitamente patate da seme. Nel 1771 Parmentier, scienziato francese, decretò che la patata era molto adatta alla alimentazione umana.

Che parte ha avuto la patata nella grande carestia del 1844 in Irlanda?  Questo ed altri argomenti vengono affrontati nel corso “Capire l’Agricoltura” di cui sono aperte le iscrizioni presso la segreteria Uniter (mattina dalle 10.00 alle 12.00) (pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30). Il corso inizierà la prima settimana di marzo.

Sacchi di patate al mercato di Quito, Ecuador. (Foto: © RC 1976)
Sacchi di patate al mercato di Quito, Ecuador. (Foto: © RC 1976)

 Oggi l’Europa è il continente che consuma la maggior quantità di patate. Le patate vanno conservate al buio, non solo per evitare che germoglino, ma anche perché, con la luce diventano verdi e producono un veleno, la solanina, e quindi evitare di mangiare patate verdi anche se provengono dal proprio orto. Se si coltivano patate è bene rincalzarle, cioè portare terra vicino alle piante continuamente, per evitare che i tuberi vengano esposti alla luce e diventino verdi che poi sarebbero da buttare.

Autore articolo: Ruggero Cimatti

5 thoughts on “Le patate”

  1. Non sapevo che la patata non fosse stata accettata dall’inizio della sua importazione e dovette aspettare il 1700 per essere gustata: io sono un’appassionata consumatrice di patate, tanto che i miei nipotini dicono che in casa mia le patate non mancano mai. Per quanto riguarda la patata “verde”, va eliminata in toto oppure è sufficiente eliminare la parte verde?
    Sono interessanti anche le notizie che dai sulla coltivazione, peccato che non tutti noi possediamo un piccolo orto!
    Continuerò a leggerti, anche se per quest’anno non riesco ad iscrivermi al tuo corso. Alba
    ,

    1. La solanina, l’alcaloide velenoso delle patate è contenuto in tutte le parti della pianta.
      In particolare nella buccia. Nelle patate verdi poi è contenuta in quantità maggiori. Per cui il mio consiglio è di sbucciare bene tutte le patate e quelle verdi di buttarle. Non conviene correre rischi per un patata.

      1. Grazie per la risposta e la precisazione. Allora è bene sbucciare le patate prima della cottura? Perchè in certi ricettari viene consigliato di lessare le patate con la buccia per alcune ricette, tipo gli gnocchi dato che in questo modo la patata non assorbe acqua in eccesso. Da qualche parte ho letto perfino che la buccia contiene minerali e al pranzo di un matrimonio, fra gli aperitivi , hanno servito bucce di patata impanate e fritte.

        1. Avatar photo
          uniterinsieme

          Ruggero Cimatti il 31 gennaio 2013 alle 14:10 scrive:

          Ada con questa risposta desidero tranquillizzarti.
          Punto numero uno: Solo la natura della sostanza e la dose fanno il veleno. Questo detto tuttora valido, conosciuto da molto tempo è da tenere presente quando si parla si sostanza tossiche.
          Punto numero due: Tutte le varietà di patate commerciali vengono approvate per la coltivazione solo se il loro contenuto in Solanina è inferiore a 0,2 mg/g.
          Punto numero tre: La bollitura, pur non distruggendo la Solanina (occorre una temperatura di 245 gradi) la diluisce per cui le patate bollite contengono meno Solanina. Mentre la frittura ad alte temperature (170 gradi) riduce il contenuto di Solanina, perché passa nel grasso di frittura.
          Anche a me è capitato di mangiare negli USA e in Inghilterra: Baked Potato Skin. Se allora avessi saputo quello che so oggi non le avrei mangiate.
          Siccome il 30-80% della Solanina si sviluppa vicino alla buccia il mio consiglio rimane di pelare le patate, per una maggiore sicurezza, non perché ci sia pericolo di avvelenamento. Infine oltre alle patate verdi, sono da scattare quelle vecchie e grinzose e quelle germogliate.
          Una curiosità. Una persona di 70 Kg. ammettendo che le patate contengano 50mg/Kg (il doppio del contenuto normale) di Solanina, dovrebbe mangiare almeno 4 Kg. oppure 150 grammi di bucce, per avere i primi sintomi. Un evento molto improbabile.
          Spero che la mia risposta abbia chiarito i tuoi dubbi.
          Ciao
          Ruggero

        2. Ruggero hai chiarito abbondantemente in modo scientifico tutti i miei dubbi: mangerò patate in tutta tranquillità e abbondantemente anche se penso proprio di non arrivare ad ingurgitarne 4 Kg. Alba

Comments are closed.

Scroll to Top